Gisele Freund





Gisele Freund, l'artista di origine tedesca, nazionalizzata francese, che rappresenta una delle voci più sensibili dei primi anni del fotogiornalismo al femminile.
Laureata in sociologia e attratta da sempre dalla letteratura, Gisele divenne fotografa per caso, dopo la sua fuga dalla Germania nazista, nel 1933, recando con solo un rullino di foto che testimoniava la violenza dei nazisti contro gli studenti dissidenti.

"Per gusto personale ero portata verso la letteratura - dice nella prefazione al suo libro Il mondo e il mio obiettivo, del 1984 - ma la mia conoscenza della lingua francese era, all'inizio, troppo limitata. La fotografia invece è un linguaggio universale, che tutti capiscono. Mi ha permesso di esprimermi."
I suoi primi esperimenti cominciano a Parigi, nella camera oscura improvvisata in una stanza d'albergo del quartiere latino. Incoraggiata da un amico, vende i primi reportage per mantenersi e si specializza in ritratti, fotografando come primi clienti i commercianti del quartiere in cui vive.I
l ritratto è la forma di espressione che le è più congeniale, in cui sa cogliere con grande sensibilità e immediatezza aspetti nascosti della personalità che ha di fronte, che si tratti dei poveri di Newcastle o di una celebrità. Di fatto, molti dei personaggi famosi della scena politica, letteraria e artistica di questo secolo rimangono legati per molti ai ritratti che ne fece Gisele. Il primo fu Andrè Malraux, la prima commissione importante per Gisele, che lo riprese nel 1935 sul terrazzo della sua casa parigina.
A Parigi sono due librerie sulla riva sinistra, Shakespeare and Co. di Sylvia Beach, e La Maison des Amis des Livres di Adrienne Monnier, a introdurla nella cerchia di intellettuali che le frequentano: Walter Benjamin, Louis Aragon, Andrè Malroux, Simone de Beauvoir, Samuel Beckett, Andre Breton, Jean Cocteau, Ernest Hemingway, Francois Mauriac, Jean-Paul Sartre, solo per citarne alcuni.
Dopo aver ritratto James Joyce a Parigi, e su consiglio di questi che si reca in Inghilterra, dove aggiunge alla sua collezione di scrittori Virginia Woolf, Vita Sackville-West, G.B. Show, T.S. Eliot.

In Inghilterra la raggiunge la notizia dello scoppio della guerra e, al ritorno a Parigi, si prepara un nuovo esilio, questa volta in Argentina. Già nota come fotografa tra l'alta società di Buenos Aires, Gisele sceglie invece di dedicarsi al reportage e attraversa tutto il paese con mezzi di fortuna, arrivando fino in Patagonia, dove fotografa foreste, paesaggi desertici, fiumi, lagune e le ultime tribù di indios. Dopo è la volta del Cile, del Perù, della Bolivia, del Brasile e dell'Ecuador, finchè un incarico sul regime del generale Peron non la riporta in Argentina.
E' il 1950 ed Eva Peron è al culmine della popolarità: suscita sentimenti ai due estremi di odio e di amore tra la popolazione argentina e la curiosità dell'opinione pubblica internazionale. Le foto di Gisele, che riprendono alcuni dei suoi innumerevoli volti, compariranno su diverse testate.

La prossima meta è il Messico; invitata per una conferenza, vi rimane due anni e frequenta Diego Rivera e la moglie Frida Khalo, il che contribuirà a crearle dei problemi quando chiedere il visto per gli Stati Uniti.
Iscritta nella lista nera degli intellettuali sospettati di comunismo, Gisele verrà esplusa dall'agenzia Magnum con cui aveva iniziato le collaborazioni nel 1947, introdotta dallo stesso Robert Capa.

Tornata a Parigi, Gisèle alternò la produzione di foto a quella di saggi e libri illustrati: sue sono le immagini più famose del presidente Francois Mitterand; tra i libri pubblicati: James Joyce a Parigi: gli ultimi anni(1965), Il Mondo e il mio obiettivo(1970) e il fondamentale Fotografia e Società (1974).
Numerose mostre a Parigi, Berlino, Amburgo, Milano, documentano la sua opera. Le ultime foto sono dei primi anni Ottanta, quando Gisèle si chiude nella sua casa tappezzata di libri dedicandosi all'antica passione, la letteratura.


Ho voluto riportare la biografia di questa grande fotografa, poichè mi ha molto colpito la sua passionalità nello sfidare il mondo che allora era completamente pazzo, il suo modo di porsi, rimanendo comunque fedele al suo essere donna ed ebrea, ha sofferto il non aver più una patria, bisfrattata da tutte le parti.
Una grande umanità traspare nei suoi scatti.Il sito da cui ho preso le informazioni è il seguente: Gisele Freund






Commenti

  1. Hello Mafalda.
    Thanks for visiting my blog and for your nice comments.
    Have A Nice Day!
    See you soon.
    Marlen

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