Quello che non so di me


"Così quando mia figlia mi ha chiesto con voce sicura, guardandomi dritta nello specchio: ho fatto un lungo sospiro. E quando ha aggiunto: non sono svenuta.
...... La cosa più normale di questo mondo!Ma dentro, al di là di quello specchio per fortuna appannato dal phon, mi son detta: ".

Da questo momento per Dascha, bambina russa adottata in Italia, e per Anna, mamma adottiva, comincia un percorso a ritroso nel tempo, un viaggio dentro luoghi oscuri dell'anima di entrambe.
Il lungo viaggio verso la Russia, ormai completamente occidentalizzata, dopo la caduta del comunismo, quasi irriconoscibile, fa da scenario della ricerca delle radici per Dasha/Daria e per Anna alla ricerca di comprendere meglio il suo ruolo di madre.
Un viaggio nei senitmenti, colmo di emozioni forti.A tratti comico a tratti drammatico.
Un libro che ha la capacità di far sentire cosa si può provare ad essere madre ed allo stesso tempo figlia.

La scrittrice Anna Genni Miliotti si dedica da diversi anni alle tematiche dell'adozione e alterna al lavoro di formatrice quello di scrittrice.

Questo libro mi è stato prestato dalla figlia di una mia amica, all'inizio mi sembrava un romanzo per ragazzi, ma non lo è.
Mi sono addentrata un viaggio a me completamente sconosciuto, io non sono madre e mi sono smepre chiesta cosa si provi ad esserlo, mi sono smepre chiesto se non avessi figli miei, li vorrei adottare, anche se in Italia sembra impossibile poter adottare, con la burrocrazia idiota, facilmente ci si chiede poi, ascoltando la tv, perchè certe genitori abbiano ancora la custodia dei loro figli, quando essi non li amano e fanno loro del male, mentre genitori che non possono procreare sarebbe idonei a dar tutto se stessi a quei figli che non sono "di pancia, ma di cuore".
In questo libro si parlo molto della madre russa di Dasha e mette in evidenza una realtà, in questo caso della Russia, crudele, la madre russa di Dasha fu costretta a dar la sua bambina all'istituto poichè non poteva mantenerla, aveva perso il lavoro dopo la caduta dle comunismo, non riusciva a darle da mangiare.
Chissà quante madre si trovano nella stessa situazione, ma non giustifico chi getta i figli nella spazzatura, se non si può almeno lasciateli in ospedali o in chiesa o in un luogo sicuro.
E' difficile dare comunque un giudizio, sono situazioni molto complicate.

Come sempre vi auguro una buona lettura!!!!!!

Commenti

  1. visto il libro. deve essere interessante anche perchè tratta un argomento delicatissimo. ciao e buona notte. :O)

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  2. bella la trama, e soprattutto interessante il tuo commento. Oggi le adozioni, anche qui in Svizzera, sembrano essere limitate a poche persone.... come te neanche io sono madre, ma sinceramente non so se adotterei un bambino "estero" forse cercherei negli orfanatrofi del mio paese, non fraintendermi, non è una questione di razzismo, ma credo che anche tanti bambini dei nostri paesi aspettino una casa, amore e calore. Naturalmente questa è soltanto la mia umile opinione, adottare un bimbo comunque è un atto di solidarietà, complicità, amore e fede nel prossimo.

    un abbraccio e grazie per essere passata a farmi visita e dei tuoi complimenti

    baci baci

    giò

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  3. ..e' vero...il detto "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane" e' sempre vero...purtroppo..
    Adottare in italia e' effettivamente scoraggiante nonostante il grande bisogno di affetto che hanno tantissimi orfani..visto che esiste tanta gente di cuore, speriamo che prima o poi la burocrazia si semplifichi e si possa donare amore a degli innocenti che hanno solo bisogno di farsi stringere!
    buon week-end
    stefy

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  4. Per Giovanna:se capitasse a me io vorrei adottare quelli del mio paese, ma in Italia è impossibile adottare bambini, ecco perchè si preferiscono i bambini esteri, è più facile ottonere l'adozione, e comunque di qualsiasi nazionalità per me sarebbe uguale, sono solo bambini in cerca di mamma ed io sarei una mamma alla ricerca del mio bambino.
    Per Stefy:concordo con il detto da te citato!!!!A piene mani

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