Roma città aperta


L'altra sera ho visto per la prima volta questo film, lo so che alcuni di voi salteranno dalla poltrona e grideranno allo scandalo, e va bene non posso certo aver visto tutto, purtroppo quante cose ancora ho da vedere e non so se una vita sola mi basterà, mha!!!!
Comunque, ne avevo sentito parlare, ho visto la scena famosa dell'uccisione di Pina-Anna Magnani, ma non avevo mai visto il film per intero.
Un film straordinario non c'è dubbio, per l'espressione, la rappresentazione della disperazione e della voglia di sopravvivere.
Roma città aperta, mi era sempre chiesta cosa volesse dire, cercando su internet, per fortuna che esiste, almeno molte ricerche e dubbi hanno subito risposta, invece di andare a cercare nell'enciclopedia, anche se ha il suo fascino, da piccola il solo udire la parola "enciclopedia" mi metteva sull'attenti, nel senso chhe mi dava l'idea di mega cervello di carta dove potevo trovare tutto, ma sto divagando per cui torno all'argomento.
Dicevo che con il termine "città aperta" s'intende per quella situazione di guerra per cui alcune città vengono cedute al nemico per evitarle i combattimenti, generalmente ciò viene applicato per città di grande importanza com avvenne a Roma, si pensava anche di risparmiare questa città dai bombardamenti grazie alla presenza del Vaticano, ma in realtà Roma fu ugualmente bombordata per ben 51 volte dagli alleati dopo il 14 agosto 1943, data in cui fu dichiarata città aperta.
Il film riprende la storia di Don Morosini, nel film interpretato da Aldo Fabrizi, un prete che aiutò la resistenza, ma fu catturato dai nazisti i quali lo torturarono ed alla fine fu fucilato, sotto gli occhi dei bambini dell'oratorio.
In questo film il talento degli attori lo si respira, lo si vede anche nello sguardo, Aldo Fabrizzi è un grande, la scena in cui lui maledice i nazisti e poi si pente per il peccato che ha commesso e chiede perdono a Dio è un qualcosa di veramente toccante, io ho pianto, è molto drammatica anche la scena dell'uccisione di Pina-Anna Magnani, ciò che è fa rabbrividire non è tanto la morte in se', che è brutta, ma è la totale indifferenza di chi elargisce la morte.
Le torture fatte all' "ingegnere" sono orribile, ma ciò che rende tutto più orrido sono gli aguzzini ed in particolare una donna che fa parte della Ghestapo, Ingrid-Giovanna Galletti, che guarda con totale distacco e quasi con aria divertita ciò che accade, come se chi sta subendo la tortura sia solo un giocattolo e non un essere umano.
Questo è un film, ma ciò che ho visto e ciò che hanno fatto intendere è successo realmente, tutto ciò che succede durante una guerra ha un che di male, il male regna sovrano e non importa chi sia il cattivo o il buono alla fine la guerra conduce tutti al buio, tutti oltrepassano la linea di confine, l'hanno fatto i fascisti, ma lo fecero poi i partigiani, fucilazioni, torture, rivendicazioni, è solo la guerra, è solo il male che vince e nient'altro.

Commenti

  1. anche io non l'ho mai visto, ho visto l'unica scena con la grande Anna Magnani.
    Nella mia vita io ho visto molti pochi film, e quando ne parlano io casco dal pero. Ma questo è sicuramente da vedere, questo e anche molti altri.

    Ti auguro una bellissima settimana

    un abbraccio giò

    RispondiElimina
  2. Grandissima Anna. Grandissima e indimenticabile!

    RispondiElimina
  3. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  5. Ola Mary, questo è un messaggio che avevo scritto per il blog, ma non sono registrata e non sono riuscita a inviarlo.
    Però ci tenevo a lasciarti la mia opinione, senza polemizzare. Ma è un tema a cui sono particolarmente sensibile

    E'la prima che intervengo sul tuo blog e, in generale, è la prima volta che intervengo su una discussione o un articolo su un blog. Ma, fermo restando che ovviamente condivido la critica sul film, vero capolavoro del cinema realista, e fermo restando che posso anche condividere qualsiasi opinione relativa al perseguimento del bene e della non-violenza, non posso non restare "Storicamente" colpita dal fatto di mettere partigiani e fascisti sullo stesso piano. Insomma mi sembra un po' un colpo di mano e confesso che se lo avessi sentito pronunciare da qualcun'altro sarei sicuramente saltata dalla sedia, ma so che a scriverlo sei stata tu e riesco a capire il tuo punto di vista. Il punto di vista, cioè, di un'etica assoluta che condanna ogni forma di male o vendetta.
    Tuttavia per questo genere di fenomeni è sempre necessario storicizzare e contestualizzare, chiamando le cose col il loro nome. I partigiani non furono protagonisti di una guerra civile e nè tanto meno si macchiarono dei delitti e dei crimini orrendi commessi dai nazi-fascisti. Semplicemente liberarono l'Italia dalla dittatura, ricorrendo all'unico mezzo possibile:le armi. Le guerre di liberazione sono sempre giuste, nonostante prevedano l'inevitabile ricorso alla violenza. Oltretutto non mi risulta che i partigiani abbiano praticato la tortura sistematica o le deportazioni. Hanno finalmente reagito a un fenomeno di violenza didattrice che aveva messo l'Italia e l'Europa praticamente in ginocchio. A ogni azione corrisponde una reazione.
    Ma è necessario guardare e osservare i presupposti politici e ideologici da cui l'azione è mossa. Non voglio entrare in polemica, però questo è un tema così caldo ultimamente, e usato a uso e consumo, che sinceramente ho deciso di prendere ed esprimere una posizione esplicita.
    Tra le fila di quei partigiani abbiamo avuto Giorgio Manganelli, Italo Calvino, Sandro Pertini e altre decine e decine di intellettuali - poco più che ragazzini allora - che hanno letteralmente preso le redini del paese. E' anche in nome loro che non è possibile, a mio avviso, compiere simili accostamenti, anche se fatti in buona fede. Come naturalmente credo.

    Un bacio e un abbraccio
    Alessandra

    RispondiElimina
  6. Il commento di prima è di una mia amicia che non essendo registrata mi ha inviato il suo commento tramite posta, per cui ho deciso di pubblicarlo.
    Alessandra sono contenta che tu abbia voluto farmi presente il tuo punto di vista, ora io non ho paragonato l'azione dei fascisti a qeulla dei partigiani, io volevo solo dire che qualsiasi sia il colore, l'appartenenza politica di chi comincia una guerra, di chi aderisce alla guerra da inizio al male, ora io ricordo una scena raccapricciante : due corpi seviziati appesi attesta in giù<. uno era quello di Mussolini, l'altro quello della Petacci, concordo che Mussolini non è stato un santo, nè tanto meno un gentiluomo con chi era contro di lui, ma non credo che c'era bisogno di infierire così, non so chi sia stato a fare uno scempio del genere,ma comunque non ha giustificazioni. Ricordo anche che le donne italiane che erano state con dei tedeschi rasavano la testa e venivano segnate per sempre come "puttane", come delle vendute.
    Io volevo mettere in evidenza che in una guerra ad un certo punto non si capisce più chi ha torto e chi ragione, perchè ci si lascia coinvolgere dal male, per cui persone che prima d'allora non avrebbero mai alzato un dito verso chi l'offendeva con la guerra invece fa ben altro.
    Ma ovviamente la sopravvivenza dell'uno o dell'altro è inevitabile.
    Non ho mai pensato che i partigiani o altri che si ribellano ad uno stato di assolutismo sbagliano, io non volevo dire che è sbagliato ribellarsi, la mia riflessione era riferita alla degenarazione che il male può creare nell'uomo.
    Forse non sono riuscita a spiegarmi bene, e spero di non aver urtato la tua sensibilità e di chi legga il post.
    La dittutatura per me è sbagliata, chiunqui crei uno stato di dittatura andrebbe abolito, rosso o nero che sia.
    Spero che su qeusto punto sono stata chiara e spero di non essere fraintesa.
    Baci

    RispondiElimina
  7. "Ma è necessario guardare e osservare i presupposti politici e ideologici da cui l'azione è mossa"

    beh, quale ideale più alto di Hitler che pensava al perfezionamento umano? scherzo ovviamente... ma neanche tanto. Voglio dire, chi può giudicare? Ogni cosa ha il suo momento storico ma non credo che esistano motivazioni che possano appoggiare una guerra o un'insurrezione popolare... anche perchè d'altra parte pensa che il popolo "normale", quello che si faceva la sua vita, si svegliava al mattino e andava a lavoro, cercava con fatica di arrivare a fine mese e chiudeva gli occhi di fronte agli orrori che lo circondavano (come oggi praticamente), questo popolo ha applaudito allo stesso modo ai fascisti come agli americani... con questo voglio dire che non trovo corretto nè esatto dire "questo è stato fatto x la nazione": oggi è facile dirlo a ragion veduta, ma anche il fascismo ha avuto i suoi eroi (pensa a Ezra Pound), e siccome però Hitler ha perso la guerra, è il cattivo di turno e i partigiani i buoni, magari se avesse vinto sarebbe entrato nella storia come un nuovo Giulio Cesare o Alessandro Magno (che manco a dirlo si sono macchiati di massacri anche peggiori di Hitler, ma siccome sono tra i vincenti, va bene così)...

    Anche gli animalisti ogni tanto prendono il fucile e fanno qualche sparatoria, come lo hanno fatto le brigate rosse: d'altra parte queste minoranze non li ascolta nessuno, hanno altro modo di farsi sentire?

    Quello che voglio dire è che cercare qualsiasi "giusta causa" in una qualunque forma di violenza lascia il tempo che trova, non dico giusto o sbagliato, ma essenzialmente inutile... purtroppo è una frase fatta che di più non si può, ma dovremmo col tempo imparare dai nostri errori e semplicemente evitare che succedano queste cose

    purtroppo ho poco tempo x scrivere, spero di essere stato un minimo chiaro, purtroppo il discorso è ampio e io devo prendere il caffè

    RispondiElimina

Posta un commento

Post più popolari